I VINI DELLA DINASTIA
DEGLI SFORZA
- Storia e Passione -
di Pier Luigi Nanni.
Recentemente sono stato invitato, in veste di addetto stampa
dell’agroalimentare, ad un convegno il cui argomento era la presentazione di
cinque vini inneggianti alla famosa dinastia degli Sforza di Milano: ebbene, la
curiosità è stata tanta!
Il dibattito, che si è tenuto nella sala
consigliare del comune di Cotignola, attiva cittadina della pianura ravennate
nel cuore della solatia Romagna, si è dimostrato, fin dalle prime battute,
interessante e professionale.
L’originaria COTONIOLA risale ad un insediamento
romano anteriore all’era cristiana e, tra alterne fortune, si arriva al 1411,
momento storico determinante per i posteri. Papa Gregorio XII° cede, per i
servizi svolti, la contea di Cotignola al capitano di ventura Giacomuzzo
Attendolo, detto Muzio, mentre il soprannome di “Sforza” successivamente
sostituirà il cognome e come tale sarà tramandato agli eredi.
Nel 1450, il primogenito di Muzio, Francesco
Sforza, capitano di ventura come il padre, diede inizio al governo della
dinastia Sforzesca nel ducato di Milano.
Con l’inizio del XVII° sec. Cotignola fu
percorsa da un periodo amministrativo alquanto turbolento, passando sotto il
dominio francese, al ducato degli Este, alla curia di Ravenna, agli spagnoli e
nuovamente ai francesi ed ancora ai duchi di Ferrara ed allo stato pontificio
fino al 1859, con l’annessione al Regno d’Italia.
Oggi
Cotignola vuole recuperare le proprie origini e tradizioni utilizzando lo
“stile Sforza”: intraprendenza, determinazione, passione ed equilibrio,
giungendo ad una territorialità in perfetta armonia per un neo rinascimento del
nostro secolo.
Sono nati cinque vini dalle rare peculiarità
con i vitigni prodotti esclusivamente nell’ambito del territorio a cui sono
stati intitolati ad altrettanti personaggi della dinastia Sforzesca.
- CATERINA SFORZA - 1463/1509 -
Figlia naturale di Galeazzo duca di Milano, fu
amata ed odiata dai sudditi per essere una donna determinata e passionale. Il
suo spirito guerriero lo ereditò l’ultimo dei dieci figli, Giovanni de’ Medici,
detto “Giovanni dalle Bande Nere”.
Il vino, che si ottiene in purezza dal
“Trebbiano di Romagna”, si presenta giallo paglierino con nette sfumature
dorate, brillante e vivo; marcati profumi floreali e fruttati, intensi e
persistenti, fine; secco e delicata freschezza unita alla piacevole sapidità,
sentori di frutta bianca matura e fiori campestri appassiti, nota finale di
sottile aromaticità, ottima struttura e gradevole retrogusto di amarognolo
appena accennato, raffinato.
Si sposa con antipasti di pesce, uova e primi
piatti come i cappelletti in brodo ed i tortelli con ricotta e spinaci, mentre
con carni bianche è unico!
Stappare al momento e servire a 8-10°C in stretti e luminosi
calici.
- MUZIO ATTENDOLO - 1369/1424 -
Capostipite dei futuri Sforza, tra un’avventura
militaresca e l’altra, si dimostra un abile amministratore.
Il vino dedicatogli, è ottenuto da un vitigno
locale e della tradizione contadina, avente particolarità uniche, in quanto la
“Canina Nera” è stato quasi completamente abbandonato, ma che in passato era
tipicamente legato alla zona ed approfondite ricerche lo hanno riportato in
auge. Il vino che ha il titolo alcolometrico alquanto limitato - 9-9,5% vol. -,
si presenta rosso rubino dalle vivaci e tenui sfumature porpora, vivo e luminoso,
evidenti profumi di frutta acerba con nota erbacea, ottima persistenza; secco
con piacevole morbidezza e trascurabile tannicità, aroma di erba appena
tagliata e delicato finale di piacevole freschezza, di pronta beva e non
impegnativo.
Ottimo con antipasti all’italiana, cioè
gustosi salumi, ma è con le tradizionali tagliatelle al sugo di fagioli alla
maniera di Cotignola, che se ne esalta la piacevolezza; inoltre, perfetto per
spuntini e momenti di relax.
Stappare al momento, fresco di cantina, e
servire in medi calici.
- FRANCESCO SFORZA - 1401/1466 -
Governò Milano dopo la morte del suocero
Filippo Maria Visconti: fu un vero signore e mecenate per le arti, letteratura
ed ingegni italici.
Gli è stato intitolato un vino ottenuto da uve
di “Ciliegiolo di Spagna”, da sempre coltivato in queste terre. Rosso rubino
nettamente scarico, ha marcati profumi varietali del vitigno, la ciliegia
selvatica ancora acerba, accattivanti e gradevolissimi, buona intensità e
persistenza; al palato è secco con sottile freschezza e ragguardevole sapidità,
mentre la tannicità è trascurabile, di media struttura e netti aromi di frutta
rossa acerba, appunto la ciliegia, piacevolmente morbido e non aggressivo.
Da sempre è abbinato, oltre che agli antipasti
di salumi, a cappelletti al ragù ed a stuzzicanti grigliate di maiale.
Fresco di cantina, stappare al momento e
servire in medi calici.
- LUDOVICO SFORZA - 1452/1508 -
Il duca di Milano fu soprannominato “il Moro”
e prediligeva la conoscenza, innovazione e la genialità umana quali Leonardo da
Vinci.
Ed è per tali peculiarità che gli stato
abbinato un vitigno internazionale come il merlot: in queste terre è coltivato
già dalla fine del XIX° sec.
Vinificato in purezza, è rosso rubino intenso,
con splendidi riflessi porpora; profumo tipicamente erbaceo, intenso e
persistente, deciso e lungo finale di peperone verde, raffinato; secco,
percettibile freschezza, sapido e giustamente tannico, di buon corpo con aromi
erbacei dalla nota complessa e vegetale del peperone verde, nonché delicate
sensazioni finali di spezie dolci, morbido ed armonico: perfetto se affinato
per 4-5 anni.
Ottimo con primi conditi di intingoli saporiti
e seconde portate di carni rosse e di cortile: eccellente col pollo,
possibilmente ruspante, alla cacciatora!
Stappare un’ora prima e servire a 16°C in ampi calici per
esaltarne le preziose rarità.
- GESFORZA -
È considerato il giusto vino per tributare
onore e gloria a questa grande dinastia del rinascimento, che diede lustro sia
all’economia che alla cultura italiana.
Il termine latino “GENS” nell’antica Roma,
indicava un gruppo di famiglie risalenti ad un unico capostipite noto per
onorabilità, signorilità, culti e tradizioni gentilizie.
Il perfetto uvaggio tra “Canina Nera - 50%”,
“Ciliegiolo - 30%” e “Merlot - 20%”, conferisce a questo vino dal colore rosso
rubino tenue e delicati riflessi porpora, evidenti sentori fruttati, floreali e
nota erbacea, fine; è secco con sottile freschezza, sapido dalla piacevole
tannicità, aromi di frutta acerba e fiori appassiti, nota finale e piacevole
retrogusto di erbaceità, morbido ed equilibrato, avvolgente e di classe.
Se bevuto giovane, è perfetto con salumi
appetitosi, primi piatti con sughi saporiti e successive portate di carni rosse
sia ai ferri che arrosto o grigliate.
Servire in medi calici a 14-16°C stappato qualche attimo
prima.
Questi vini esprimono la passione per la fertile terra, l’amore per il
proprio lavoro e l’operato che ne consegue, ma soprattutto è ammirevole
l’impegno e la volontà di dare ulteriore prestigio ad una dinastia che, tramite
la potenza militare e politica, diede tranquillità e prosperità favorendo
l’economia e la cultura.
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