martedì 2 giugno 2015

I VINI DELLA DINASTIA DEGLI SFORZA

I VINI DELLA DINASTIA DEGLI SFORZA
- Storia e Passione -
di Pier Luigi Nanni.

    Recentemente sono stato invitato, in veste di addetto stampa dell’agroalimentare, ad un convegno il cui argomento era la presentazione di cinque vini inneggianti alla famosa dinastia degli Sforza di Milano: ebbene, la curiosità è stata tanta!
Il dibattito, che si è tenuto nella sala consigliare del comune di Cotignola, attiva cittadina della pianura ravennate nel cuore della solatia Romagna, si è dimostrato, fin dalle prime battute, interessante e professionale.

    L’originaria COTONIOLA risale ad un insediamento romano anteriore all’era cristiana e, tra alterne fortune, si arriva al 1411, momento storico determinante per i posteri. Papa Gregorio XII° cede, per i servizi svolti, la contea di Cotignola al capitano di ventura Giacomuzzo Attendolo, detto Muzio, mentre il soprannome di “Sforza” successivamente sostituirà il cognome e come tale sarà tramandato agli eredi.
Nel 1450, il primogenito di Muzio, Francesco Sforza, capitano di ventura come il padre, diede inizio al governo della dinastia Sforzesca nel ducato di Milano.
Con l’inizio del XVII° sec. Cotignola fu percorsa da un periodo amministrativo alquanto turbolento, passando sotto il dominio francese, al ducato degli Este, alla curia di Ravenna, agli spagnoli e nuovamente ai francesi ed ancora ai duchi di Ferrara ed allo stato pontificio fino al 1859, con l’annessione al Regno d’Italia.

    Oggi Cotignola vuole recuperare le proprie origini e tradizioni utilizzando lo “stile Sforza”: intraprendenza, determinazione, passione ed equilibrio, giungendo ad una territorialità in perfetta armonia per un neo rinascimento del nostro secolo.
Sono nati cinque vini dalle rare peculiarità con i vitigni prodotti esclusivamente nell’ambito del territorio a cui sono stati intitolati ad altrettanti personaggi della dinastia Sforzesca.

- CATERINA SFORZA - 1463/1509 -
Figlia naturale di Galeazzo duca di Milano, fu amata ed odiata dai sudditi per essere una donna determinata e passionale. Il suo spirito guerriero lo ereditò l’ultimo dei dieci figli, Giovanni de’ Medici, detto “Giovanni dalle Bande Nere”.
Il vino, che si ottiene in purezza dal “Trebbiano di Romagna”, si presenta giallo paglierino con nette sfumature dorate, brillante e vivo; marcati profumi floreali e fruttati, intensi e persistenti, fine; secco e delicata freschezza unita alla piacevole sapidità, sentori di frutta bianca matura e fiori campestri appassiti, nota finale di sottile aromaticità, ottima struttura e gradevole retrogusto di amarognolo appena accennato, raffinato.
Si sposa con antipasti di pesce, uova e primi piatti come i cappelletti in brodo ed i tortelli con ricotta e spinaci, mentre con carni bianche è unico!
Stappare al momento e servire a 8-10°C in stretti e luminosi calici.
- MUZIO ATTENDOLO - 1369/1424 -
Capostipite dei futuri Sforza, tra un’avventura militaresca e l’altra, si dimostra un abile amministratore.
Il vino dedicatogli, è ottenuto da un vitigno locale e della tradizione contadina, avente particolarità uniche, in quanto la “Canina Nera” è stato quasi completamente abbandonato, ma che in passato era tipicamente legato alla zona ed approfondite ricerche lo hanno riportato in auge. Il vino che ha il titolo alcolometrico alquanto limitato - 9-9,5% vol. -, si presenta rosso rubino dalle vivaci e tenui sfumature porpora, vivo e luminoso, evidenti profumi di frutta acerba con nota erbacea, ottima persistenza; secco con piacevole morbidezza e trascurabile tannicità, aroma di erba appena tagliata e delicato finale di piacevole freschezza, di pronta beva e non impegnativo.
Ottimo con antipasti all’italiana, cioè gustosi salumi, ma è con le tradizionali tagliatelle al sugo di fagioli alla maniera di Cotignola, che se ne esalta la piacevolezza; inoltre, perfetto per spuntini e momenti di relax.
Stappare al momento, fresco di cantina, e servire in medi calici.
- FRANCESCO SFORZA - 1401/1466 -
Governò Milano dopo la morte del suocero Filippo Maria Visconti: fu un vero signore e mecenate per le arti, letteratura ed ingegni italici.
Gli è stato intitolato un vino ottenuto da uve di “Ciliegiolo di Spagna”, da sempre coltivato in queste terre. Rosso rubino nettamente scarico, ha marcati profumi varietali del vitigno, la ciliegia selvatica ancora acerba, accattivanti e gradevolissimi, buona intensità e persistenza; al palato è secco con sottile freschezza e ragguardevole sapidità, mentre la tannicità è trascurabile, di media struttura e netti aromi di frutta rossa acerba, appunto la ciliegia, piacevolmente morbido e non aggressivo.
Da sempre è abbinato, oltre che agli antipasti di salumi, a cappelletti al ragù ed a stuzzicanti grigliate di maiale.
Fresco di cantina, stappare al momento e servire in medi calici.
- LUDOVICO SFORZA - 1452/1508 -
Il duca di Milano fu soprannominato “il Moro” e prediligeva la conoscenza, innovazione e la genialità umana quali Leonardo da Vinci.
Ed è per tali peculiarità che gli stato abbinato un vitigno internazionale come il merlot: in queste terre è coltivato già dalla fine del XIX° sec.
Vinificato in purezza, è rosso rubino intenso, con splendidi riflessi porpora; profumo tipicamente erbaceo, intenso e persistente, deciso e lungo finale di peperone verde, raffinato; secco, percettibile freschezza, sapido e giustamente tannico, di buon corpo con aromi erbacei dalla nota complessa e vegetale del peperone verde, nonché delicate sensazioni finali di spezie dolci, morbido ed armonico: perfetto se affinato per 4-5 anni.
Ottimo con primi conditi di intingoli saporiti e seconde portate di carni rosse e di cortile: eccellente col pollo, possibilmente ruspante, alla cacciatora!
Stappare un’ora prima e servire a 16°C in ampi calici per esaltarne le preziose rarità.
- GESFORZA -
È considerato il giusto vino per tributare onore e gloria a questa grande dinastia del rinascimento, che diede lustro sia all’economia che alla cultura italiana.
Il termine latino “GENS” nell’antica Roma, indicava un gruppo di famiglie risalenti ad un unico capostipite noto per onorabilità, signorilità, culti e tradizioni gentilizie.
Il perfetto uvaggio tra “Canina Nera - 50%”, “Ciliegiolo - 30%” e “Merlot - 20%”, conferisce a questo vino dal colore rosso rubino tenue e delicati riflessi porpora, evidenti sentori fruttati, floreali e nota erbacea, fine; è secco con sottile freschezza, sapido dalla piacevole tannicità, aromi di frutta acerba e fiori appassiti, nota finale e piacevole retrogusto di erbaceità, morbido ed equilibrato, avvolgente e di classe.
Se bevuto giovane, è perfetto con salumi appetitosi, primi piatti con sughi saporiti e successive portate di carni rosse sia ai ferri che arrosto o grigliate.
Servire in medi calici a 14-16°C stappato qualche attimo prima.

    Questi vini esprimono la passione per la fertile terra, l’amore per il proprio lavoro e l’operato che ne consegue, ma soprattutto è ammirevole l’impegno e la volontà di dare ulteriore prestigio ad una dinastia che, tramite la potenza militare e politica, diede tranquillità e prosperità favorendo l’economia e la cultura.


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