MA E’ PROPRIO VERO CHE I GRASSI SONO SOLO DANNOSI?
di Pier Luigi Nanni
In
questi ultimi decenni si è sempre più assistito ad una nuova “crociata” contro
i grassi alimentari, tant’è che il mercato è letteralmente invaso da centinaia
di prodotti cosiddetti “light”, cioè leggero, anche se tale termine
anglosassone si presta ad innumerevoli interpretazioni di cui alcune in netto
contrasto con la “leggerezza”, ma è di immediata interpretazione e suscita un
certo fascino!
Questi
prodotti “leggeri” ci promettono tutto il gusto dell’equivalente tradizionale
con molte calorie in meno, ma poi, è proprio vero che i grassi fanno male?
In un passato neanche tanto remoto, la
ricerca di alimenti energetici e quindi ricchi di grassi, era una necessità che
coniugava la maggior richiesta di calorie con la poca disponibilità di cibo.
Anche a causa della limitata automazione, fino al secolo scorso l’attività
lavorativa implicava anche un notevole sforzo fisico per cui l’energia
“bruciata” giornalmente era decisamente superiore rispetto ad oggi. Era
necessario consumare degli alimenti che fossero in grado di fornire le giuste
calorie e contemporaneamente placare la fame.
Tali
impellenti necessità erano soddisfatte da cibi ricchi di grassi, in quanto a
fronte di un peso ridotto forniscono 9 kal/g contro le 4 dei carboidrati e le 6
delle proteine e che inoltre richiedono un tempo maggiore per essere digeriti,
posticipando così l’arrivo della fame.
Il
processo tecnologico moderno e la conseguente automazione di innumerevoli
attività produttive hanno fatto sì che lo sforzo fisico necessario per svolgere
vari processi lavorativi sia decisamente minore a quello del secolo scorso, per
cui si è venuta a creare una netta diminuzione del fabbisogno calorico giornaliero.
I cibi grassi sono immancabilmente divenuti qualcosa da consumarsi con estrema
moderazione, poiché hanno perduto il primario ruolo di fornire energia
concentrata.
Oggiggiorno le linee guida per una
“sana” alimentazione consigliano una dieta povera di grassi che dovrebbero
costituire solo il 25/30% delle calorie totali ingerite, di cui una metà proveniente
da grassi vegetali e l’altra metà da grassi animali. A questo punto è
indispensabile capire cosa sono i grassi.
- I
GRASSI -
I
grassi sono una classe di principi nutritivi nota come lipidi.
Chimicamente,
sono composti insolubili in acqua e si trovano frequentemente come acidi grassi
singoli oppure legati alla glicerina fino ad un massimo di tre acidi per
molecola di glicerina ed in questo caso si definiscono trigliceridi,
digliceridi se gli acidi grassi sono due o monogliceridi se legati ad un solo
acido grasso.
Nel
corpo umano i grassi svolgono numerosi ed importanti ruoli: oltre a costituire
un’importante riserva di energia, svolgono una funzione isolante e ci
proteggono dai traumi. Senza gli acidi grassi non potremmo assorbire ed
immagazzinare importanti vitamine liposolubili quali A, D, E, K e le cellule
non riuscirebbero a costruirsi la membrana. I lipidi, una volta assorbiti a
livello intestinale, sono utilizzati dall’organismo per numerosi scopi:
produrre energia appunto, sintesi di ormoni e di altre sostanze e nel caso di
abbondanza essi vengono inviati al tessuto adiposo che ne costituiranno una
riserva energetica.
I grassi assorbiti sono nettamente
influenzati dalla caratteristica se sono saturi, in quanto provengono
principalmente da alimenti di origine vegetali e dai pesci o insaturi, i quali
si trovano maggiormente in alimenti di origine animale.
-
GRASSI SATURI & INSATURI -
I
grassi alimentari possono essere più o meno evidenti se visibili mentre in
altri occorre risalire alla loro esistenza solo leggendo l’etichetta di
accompagnamento.
I
grasi insaturi si presentano liquidi a temperatura ambiente mentre quelli
saturi sono solidi quali l’olio d’oliva e burro, con l’eccezione della margarina
che pur essendo un grasso vegetale, è resa solida tramite un processo chimico
in quanto trasforma gli acidi grassi insaturi in grassi saturi; inoltre hanno
la tendenza ad essere trasformati in colesterolo “cattivo”, LDL, che poi è risaputo
si accumula sulle pareti delle arterie determinando l’arteriosclerosi. Viene
trasportato dal fegato ai tessuti ed ha la tendenza a depositarsi sulle pareti
arteriose in modo tale che col tempo ne determina l’ostruzione.
Gli
insaturi invece, sono tipici dei vegetali e dei pesci che favoriscono la
formazione del colesterolo cosiddetto “buono”, HDL, avente il compito di
prelevare il colesterolo dai tessuti e di trasportarlo al fegato, evitando così
la formazione delle placche arteriosclerotiche.
Dal
punto salutistico, i saturi fanno aumentare i livelli di colesterolo LDL,
mentre i monoinsaturi entrano nel processo di normalizzazione dei livelli di
colesterolo nel sangue facendo diminuire l’LDL e lasciando inalterato l’HDL. I
polinsaturi svolgono l’azione anticoagulante inibendo l’aggregazione
piastrinica e questo comporta che il rischio di ictus, trombosi ed infarto
diminuiscano sensibilmente. A quest’ultima categoria appartengono anche gli
acidi grassi essenziali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare
e sono assunti tramite l’alimentazione: sono l’acido linoleico, linolenico ed
arachidonico, meglio conosciuti come “OMEGA-3” ed “OMEGA-6”.
-
GRASSI & COTTURA -
In
cottura “sarebbe” meglio utilizzare i grassi vegetali in quanto implicano alte
temperature, poiché quelli saturi vi resistono meglio mentre i tricliceridi si
decompongono in acidi grassi liberi e glicerina che per effetto della
disidratazione in quanto perdono una molecola di acqua, può dare origine
all’acroleina, aldeide acrilica, che è una sostanza altamente tossica per il
fegato, che è la più grande ghiandola presente nel corpo umano, e senza di esso
non è assolutamente poter vivere!
Queste
reazioni variano a seconda del tipo di grasso utilizzato, dalla temperatura e
della presenza di residui bruciati, in particolare se si “ricicla” numerose
volte l’olio di frittura. Per ciascun tipo di grasso che si utilizza esiste una
temperatura, denominata “punto di fumo” che quando la si raggiunge si sviluppa
del fumo bianco alla quale inizia tale tipo di reazione: quanto più alto è il
punto di fumo di ciascun grasso e minore è la probabilità che si sviluppi
l’acroleina durante la frittura.
L’olio di oliva e di arachide hanno punti
di fumo molto elevati per cui sono molto indicati per fritture, mentre quelli
del burro e margarina sono decisamente molto più bassi. I grassi animali sono
decisamente più saporiti rispetto a quelli vegetali per cui sono adatti per
portate dal gusto deciso e marcato.
I
punti critici degli oli e grassi: TEMPERATURA CRITICA.
TEMPERATURA
IDEALE DI FRITTURA. È DI 170/180 °C.
- burro/110
°C - margarina/150 °C - colza, mais/ 160 °C - girasole, soia/170 °C - strutto,
cocco/180 °C - oliva/210 °C -
- arachide/220 °C - palma/240 °C -
- NON
SOLO GRASSI -
Si è
già accennato che l’assunzione nell’arco della quantità giornaliera le calorie
non dovrebbero essere superiori al 25-30 % e di queste solo il 10% provenire da
grassi saturi, per cui su una media di 3000 Kcal, circa 950 dovrebbero essere
fornite dai lipidi e la metà provenire da grassi insaturi.
Sono
indicazioni di massima in quanto la quantità di calorie giornaliere varia per
ciascuno di noi in funzione di età, statura, lavoro svolto e dell’eventuale
attività fisica. A tale proposito si ricordi che seguire una dieta bilanciata
affiancata da un corretto stile di vita comprendente regolare attività fisica,
saper gestire lo stress, non fumare e consumare moderatamente alcolici, è
certamente la situazione ideale per il mantenimento del proprio fisico: cercare
di vivere con tali schemi ci permetterà sicuramente di gettare le basi per una
vecchiaia lunga e serena in armonia col nostro corpo.
Se si
raccomanda sempre più spesso di consumare l’olio d’oliva extra vergine crudo, evidentemente
un motivo c’è.
Oltre ai notissimi e positivi grassi polinsaturi
che si potrebbero deteriorare col calore, questo olio contiene anche la
vitamina E che essendo termolabile, si distrugge con la cottura: aggiungendo l’olio
di oliva, possibilmente del tipo extra vergine crudo, si beneficiano appieno
delle sue intrinsiche proprietà salutari.
-
DIETA EQUILIBRATA -
Non è
sufficiente mangiare poco ma è indispensabile nutrirsi bene per cercare di fare
coesistere il benessere col cibo con un peso forma invidiabile, perciò è
assolutamente importante diversificare i prodotti con cui ci si alimenta e
nutre. È determinante che l’insieme dei cibi consumati e le conseguenti
combinazioni alimentari, nelle corrette proporzioni, di un giorno o di una
settimana, contengano tutte quelle sostanze nutrienti di cui necessita
l’organismo poiché come non esistono i cibi”perfetti”, è altrettanto vero che
non vi sono quelli da “evitare assolutamente”, a parte casi specifici a cui si
può essere soggetti e costretti a rinunciare per vari motivi quali allergie e
pericolosi per il singolo organismo.
Si
possono considerare quattro specifici gruppi ben distinti di alimenti da tutti
conosciuti e che a torto sono annoverati tra i cibi-veleno: grassi, alcolici,
salumi, formaggi.
I grassi sono fortemente calorici,
ben 9 cal/g e per tante persone in lotta con la bilancia rappresentano un vero
incubo! Costituenti fondamenti delle cellule del corpo umano, devono essere
obbligatoriamente presenti nella dieta quotidiana o quasi, in quanto non è
salutare eliminarli totalmente per cui è basilare consumare i lipidi entro il
20% delle calorie totali giornaliere. Inoltre, è determinante la ripartizione
tra le tipologie di grassi: i saturi, prodotti dagli animali, al massimo dal 7
al 10%, mentre gli insaturi, dai vegetali e pesci, equamente suddivisi tra
monosaturi e polinsaturi.
Per
gli alcolici, si è passati da
“il vino fa buon sangue” ad un forte ridimensionamento di consumi, birra a
parte che incontra sempre più favore positivo tra i giovani. Eliminando alcune
categorie a rischio il cui consumo di alcol è decisamente pericoloso, un
moderato consumo di vino durante i pasti non costituisce assolutamente un
rischio per la salute, anche se il terrorismo psicologico riguardante il
pericolo di un’eventuale stato di ebbrezza alla guida, ne ha determinato un
forte calo.
Un
calice di ottimo vino a pranzo ed uno a cena oltre a proteggere le nostre vene
e stimolare la digestione, è senzaltro gratificante!
Vanto della massima espressione gastronomica
dell’italico territorio, salumi
e formaggi sovente sono stati
posti in disparte ad opera della “moderna” comunicazione alimentare indirizzata
alle insalatine, verdura cruda ed abbondanza d’acqua per cui queste portate pur
essendo importanti, non completano le necessità dei bisogni alimentari
dell’organismo, soprattutto per l’apporto proteico. I prodotti ottenuti
dall’amico suino e dal latte, perfettamente igienici ed impareggiabili dalla
ricca gustosità, sono determinanti per le proteine ad alto valore biologico ed
altamente assimilabili; inoltre, forniscono ottime quantità di ferro, che
fornisce energia all’organismo, e zinco per garantire una corretta crescita ed
efficace difesa contro le infezioni.
Vi è
un prodotto di origine animale che contiene due valutazioni contrapposte di
contenuto in colesterolo:
-
l’albume dell’uovo di gallina, ha ZERO di colesterolo, mentre il tuorlo ne
rappresenta la maggior quantità presente in un prodotto alimentare: ben 1480 mg
X 100 g di quantità!
Assurdo
vero, ma la natura sa fare anche queste cose!
BUON APPETITO!