domenica 18 giugno 2017

METTI UNA SERA A CENA ...

Metti una sera a cena ... con degustazione e anniversario di matrimonio
   Le cesane mi erano note attraverso la poesia di Umberto Piersanti. Sono il luogo, per me, dove le colline si spogliano e mostrano l'anima da cui escono i versi del grande poeta di Urbino. Ma se lasciamo le Marche, le cesane laziali si incontrano col loro passato vulcanico e cambiano nutrimento arricchendosi di componenti forti, ferrosi, che caratterizzano la poesia del vino che si produce nei cinque comuni del cesanese del piglio: Anagni, Acuto, Piglio , Paliano e Serrone nell’alta valle del Sacco. Siamo, dunque, nell'angolo più settentrionale della Ciociaria, tra le province di Roma e di Frosinone.
   Il cesanese è uno dei numerosi vitigni autoctoni del Lazio e richiede un'esperienza specifica sia per la coltivazione che per la vinificazione. Nel 1973 il cesanese del piglio ottiene il riconoscimento DOC e nel luglio 2008 è stato ufficialmente riconosciuto come DOCG.
Daniele De Ventura è un ambasciatore di questo vino e lo è di tutto rispetto non solo perché cugino dell'ottavo Re di Roma, Francesco Totti, condividono lo stesso nonno materno, ma perché Daniele è l'ideatore del noto Simposio che ogni anno si tiene a Roma in zona EUR, e che tanto ha fatto e fa per i viticoltori laziali e per i prodotti di altissima qualità italiana.
A Palazzo Rospigliosi Zagarolo, dunque, in ottobre si possono seguire i percorsi del Simposio, dove trovano vetrina e messa in dialogo le migliori aziende italiane dal vino all'olio, alla mortadella, riso, pasta: in altre parole … l'Italia della buona tavola! Niente di industriale e di produzione quantitativa può affiancare le scelte di Daniele che sono esclusivamente qualitative.
A Firenze, Daniele ha incontrato la maestria culinaria di Massimo che ha sposato il formaggio pecorino in tre diverse stagionature con gelatina cesanese, poi ha offerto un risotto al vino e mezzemaniche del pastificio Lagano alla gricia con caviale di cesanese, un peposo estivo a bassa temperatura al cesanese con contorno di stagione, quindi una millefoglie con cialde di biscotto, sempre al cesanese, con crema di ricotta.
Insomma, si può ben dire che il vino laziale ha incontrato l'arte della cucina toscana. Massimo e Marta, titolari dell'Osteria de L'Ortolano, si sono spostati accanto a quella che è stata la bottega d'ortolano dei genitori di Massimo sin dal 1962. Marta ha un podere a Torricella nella Valdelsa e i suoi, il sabato a Sovigliana, e il mercoledì a Empoli, ancora portano al mercato i buoni prodotti della loro fattoria.
Massimo e Marta, insieme, non solo hanno custodito il gusto per i sapori genuini e di alta qualità della terra, ma sono cresciuti in competenza enogastronomica nel tempo anche seguendo la Scuola di Arte Culinaria Cordon Bleu per diversi anni. Della vecchia bottega da ortolano all'ombra della Cupola del Brunelleschi resta l'attenzione per il prodotto e l'investimento in competenza nella selezione. E’ così che cercano le delicatezze di piccoli artigiani di mostarde, conserve, pastifici, produttori di riso, olio locale, vini nazionali di buono e ottimo livello. Sono loro stessi, invece, a produrre biscotti e dolci, oltre a qualche altra prelibatezza gastronomica. Massimo crea particolarità che decorano e danno sapore personale ai piatti, come ad esempio, la serie di caviale di succo fresco di pomodori oppure di vino. Il cliente trova questo caviale a decorazione e spezza fra i denti il piccolo ovulo da cui fuoriesce integro un sapore custodito come un gioiello. La natura qui si scrive con la lettera maiuscola, NATURA, proprio come Brunello e quando origine-identità hanno pari valore al prodotto e il valore commerciale non si dimentica, ma è subordinato alla qualità e alla salute e al buon vivere del cliente: direi che siamo in un'Osteria dal bel pensiero fiorentino dove la cultura si esprime anche a tavola secondo la migliore tradizione.
   Galeotto fu il Cesanese del Piglio per un incontro tutto toscano che è aperto ai buoni incontri come la norcineria e i prodotti caseari laziali arrivati col sorriso e la competenza di Daniele De Ventura.
   Galeotta fu la poesia delle Cesane di Urbino e l'inizio di una geografia del cuore per consolidare un'amicizia divenuta amore e che dura da anni: un anniversario di matrimonio pieno di sapori e di lieti pensieri e progetti …

di Lorella Rotondi

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