VINUM SALUS!!!
Basta
non alzare troppo “il gomito” possiamo bere tranquillamente poiché il vino fa
bene!
A dire la parola definitiva a tale riguardo,
frutto di attente ed articolate ricerche nonché riscontri accertati, sono gli
innumerevoli medici, farmacologi e biochimici che quotidianamente si susseguono
nell’approfondimento della conoscenza del prodotto “vino”.
Il vino, da sempre, ha accompagnato l’uomo
nella sua evoluzione dando quella forza necessaria per poter affrontare non
solo gli ostacoli della natura, ma anche gli insuccessi della vita e lenire il
dolore delle ferite.
Compagno
indispensabile di feste e convivi, è stato il primo disinfettante ed anestetico
se cosparso sulle ferite.
Fin dai tempi antichi il vino ha avuto
appassionati fautori ed acerrimi nemici.
Ippocrate, padre della medicina, nel
trattato “Libro della salute”, considera il vino un medicamento utile a
migliorare la digestione, le funzioni renali e le qualità psichiche: secondo le
indicazioni, il grande medico precisa quando debba essere preso puro o diluito,
vicino o lontano dai pasti, caldo oppure freddo.
Asclepiade,
medico stimatissimo e dotto, contrario ai purganti, ai salassi ed alle sostanze
che provocano il vomito, prescrisse sempre abbondanti dosi di vino per dilatare
i pori e far uscire dal corpo, col sudore, le sostanze responsabili delle
malattie.
San
Paolo, in una epistola a Timoteo gli consiglia: ” … non usare più per l’innanzi acqua sola nel tuo bere, ma un poco di
vino per il tuo stomaco e le tue frequenti infermità”.
Per
Platone, l’uso moderato del vino è un toccasana per le infermità, in quanto da
forza e ringiovanisce il corpo e la mente.
Cicerone
‘inventò’ l’etimologia del nome e si vuole che vino derivi contemporaneamente
da vir - uomo e sis - forza. Riconosceva inoltre al vino dei
Castelli, il merito principale della sua affascinante oratoria.
E’
certo comunque, che gli antichi progenitori non avrebbero scomodato un dio per
tutelare le insidie del vino se non avessero intuito che questo nettare per
gli uomini aveva in sé una duplice potenzialità: quella del rimedio e
quella del veleno.
Di
seguito, molti medici si pronunciarono sulle doti curative del vino.
Negli
ospedali di Roma del ‘600, ai degenti veniva data una zuppa di vino per le sue
proprietà curative e rilassanti, ed agli ammalati senza speranza si propinavano
dosi di vino forte e ravvicinate come analgesico e sedativo.
In
Francia, si arrivò addirittura a scrivere un singolare libretto intitolato
“Curatevi col vino” con inevitabile sciovinismo di consigliare però solo vini
francesi! Vale la pena di ricordare alcune sue prescrizioni: i cardiopatici
hanno bisogno di potassio, ben rappresentato nello ‘champagne’ che è ricco
anche di zolfo; utile per le malattie allergiche l’uso protratto di ‘medoc
rosso’. Vi è poi un vino per regolarizzare la motilità intestinale, per i
disturbi della menopausa, per la gotta e altro ancora: tutti rigorosamente
francesi!!
Anche
se il grappolo d’uva è il simbolo dell’unione e dell’amicizia ed il calice
quello della festa conviviale, il vino ha trovato nei secoli anche medici
irriducibili che contestavano il vino e altri che lo vietavano: in ambedue i
casi con atteggiamenti pregiudiziali e senza alcuna conoscenza degli effetti
sugli organi.
Lo
sviluppo della conoscenza medica chiarì negli anni gli effetti benefici e
dannosi dell’alcol sul nostro organismo.
Ma veniamo ad oggi,
alle conoscenze scientifiche che, pur parziali, accumulano la vite nei rapporti
con la salute fisica e psichica dell’uomo.
Gli scritti medici riguardano sempre gli
effetti nocivi delle dosi eccessive, confondendo così le azioni del vino con quelle
dell’abuso alcolico e della dipendenza che esso può dare, trascurando quasi
sempre un fattore importante: il vino non contiene solamente alcol, ma
centinaia di altre sostanze che interagiscono coi diversi apparati del corpo
umano, principalmente col cuore e coi vasi sanguigni.
Le
lunghe ed approfondite indagini epidemiologiche sui rapporti fra dieta e
infarto, hanno portato alla dimostrazione che le malattie coronariche erano
meno frequenti nelle popolazioni che bevevano vino rispetto a quelle che sorbivano
birra, idromele o altre bevande alcoliche.
Il
vino svolge azione dissetante, integra la dieta, facilita la digestione, nonché
allieta i simposi, vivacizza le feste e delizia l’occhio, l’olfatto, il gusto
col suo calore e i suoi profumi, aromi e sapori.
Potente
battericida, poiché in pochi istanti distrugge il vibrione del colera, i
batteri del tifo, della dissenteria ed altri ancora.
Alla
base di molti pregiudizi, vi è poi da sempre il notevole equivoco rappresentato
dal fare coincidere il vino con l’alcol. Ciò che impone la moderazione nel
bere, è la presenza dell’alcol etilico in quantità dal 10 al 14% e
oltre, per i vini passiti e liquorosi, anche se il vino è costituito da circa
l’80% da acqua biologica, cioè pura.
A
digiuno, dopo cinque minuti dall’ingestione, l’alcol inizia ad essere assorbito
nello stomaco e nella prima parte dell’intestino, agendo sulla colecisti e
direttamente sulle cellule del fegato che ne procura la necrosi e
l’impossibilità che queste si possano nuovamente riprodurre: invece a stomaco
pieno l’assorbimento avviene dopo quasi due ore.
Si considera che un individuo sano può
metabolizzare 1g di alcol per ogni kg di peso corporeo, legato allo stato di
buona salute, per cui bevuto moderatamente, il vino svolge varie funzioni
benefiche.
-
alimentare
- soprattutto energetica, poiché mezzo litro con titolo alcolometrico del 12%,
forniscono circa 35 kal; inoltre favorisce il ricambio delle sostanze minerali
e vitaminiche.
-
diuretica -
indicato per ipertesi e nefropatici.
-
eupeptica - aiuta
la digestione tramite una maggiore secrezione gastrica dovuta agli acidi
organici.
-
profilattica
e curativa - nei casi della morsa toracica di angina pectoris, ne dilata
velocemente le coronarie; abbassa il tasso di colesterolo totale e innalza
quello “buono - HDL” tramite il resveratrolo contenuto nelle bucce delle
uve nere; contiene malvoside, un potente disinfettante trentatre volte
più attivo dell’acido fenico; 110 ml di vino rosso hanno la stessa efficacia di
550 UI di penicillina, e ne regola la flora batterica neutralizzando i
colibatteri che generano infezioni; stimola l’azione neuromuscolare contro la
stanchezza psicofisica.
- psicotropo - produce un
leggero senso di benessere dovuto alla modesta ma riscontrabile
vasodilatazione.
Volendo concludere queste poche ma certe
notizie storiche-scientifiche, possiamo sicuramente definire che è salutare
l’assunzione abituale, in moderata quantità, dei vini sia bianchi che rossi,
per ciò che essi sono, ossia le caratteristiche organolettiche e voluttuarie,
con modalità consone al contesto sociale e culturale di appartenenza in
situazioni appropriate conservando sempre la capacità di controllo dell’uso: in
tali casi, il vino non solo è tollerabile, ma addirittura consigliato per gli
effetti positivi che esercita.
Noi italici, possediamo la notevole fortuna di
essere al centro del Mediterraneo per cui l’uva che nasce da questa terra e maturata
da questo sole, non può che trasmetterci lo stesso calore e gioia di vivere
tramite il suo prodotto principe: il vino!!!