Metti una sera a cena
... con degustazione e anniversario di matrimonio
Le cesane mi erano note attraverso la poesia di Umberto Piersanti. Sono
il luogo, per me, dove le colline si spogliano e mostrano l'anima da cui escono
i versi del grande poeta di Urbino. Ma se lasciamo le Marche, le cesane laziali
si incontrano col loro passato vulcanico e cambiano nutrimento arricchendosi di
componenti forti, ferrosi, che caratterizzano la poesia del vino che si
produce nei cinque comuni del cesanese del piglio: Anagni, Acuto, Piglio ,
Paliano e Serrone nell’alta valle del Sacco. Siamo, dunque, nell'angolo più
settentrionale della Ciociaria, tra le province di Roma e di Frosinone.
Il cesanese è uno dei numerosi vitigni
autoctoni del Lazio e richiede un'esperienza specifica sia per la coltivazione
che per la vinificazione. Nel 1973 il cesanese del piglio ottiene il
riconoscimento DOC e nel luglio 2008 è stato ufficialmente riconosciuto come
DOCG.
Daniele
De Ventura è un ambasciatore di questo vino e lo è di tutto rispetto non solo
perché cugino dell'ottavo Re di Roma, Francesco Totti, condividono lo
stesso nonno materno, ma perché Daniele è l'ideatore del noto Simposio che ogni
anno si tiene a Roma in zona EUR, e che tanto ha fatto e fa per i viticoltori
laziali e per i prodotti di altissima qualità italiana.
A
Palazzo Rospigliosi Zagarolo, dunque, in ottobre si possono seguire i percorsi
del Simposio, dove trovano vetrina e messa in dialogo le migliori aziende
italiane dal vino all'olio, alla mortadella, riso, pasta: in altre parole …
l'Italia della buona tavola! Niente di industriale e di produzione quantitativa
può affiancare le scelte di Daniele che sono esclusivamente qualitative.
A
Firenze, Daniele ha incontrato la maestria culinaria di Massimo che ha sposato
il formaggio pecorino in tre diverse stagionature con gelatina cesanese, poi ha
offerto un risotto al vino e mezzemaniche del pastificio Lagano alla gricia con
caviale di cesanese, un peposo estivo a bassa temperatura al cesanese con
contorno di stagione, quindi una millefoglie con cialde di biscotto, sempre al
cesanese, con crema di ricotta.
Insomma,
si può ben dire che il vino laziale ha incontrato l'arte della cucina toscana.
Massimo e Marta, titolari dell'Osteria de L'Ortolano, si sono spostati accanto
a quella che è stata la bottega d'ortolano dei genitori di Massimo sin dal
1962. Marta ha un podere a Torricella nella Valdelsa e i suoi, il sabato a
Sovigliana, e il mercoledì a Empoli, ancora portano al mercato i buoni prodotti
della loro fattoria.
Massimo e Marta, insieme, non solo
hanno custodito il gusto per i sapori genuini e di alta qualità della terra, ma
sono cresciuti in competenza enogastronomica nel tempo anche seguendo la Scuola
di Arte Culinaria Cordon Bleu per diversi anni. Della vecchia bottega da
ortolano all'ombra della Cupola del Brunelleschi resta l'attenzione per il
prodotto e l'investimento in competenza nella selezione. E’ così che cercano le
delicatezze di piccoli artigiani di mostarde, conserve, pastifici, produttori
di riso, olio locale, vini nazionali di buono e ottimo livello. Sono loro
stessi, invece, a produrre biscotti e dolci, oltre a qualche altra prelibatezza
gastronomica. Massimo crea particolarità che decorano e danno sapore personale
ai piatti, come ad esempio, la serie di caviale di succo fresco di
pomodori oppure di vino. Il cliente trova questo caviale a decorazione e spezza
fra i denti il piccolo ovulo da cui fuoriesce integro un sapore custodito come
un gioiello. La natura qui si scrive con la lettera maiuscola, NATURA, proprio come
Brunello e quando origine-identità hanno pari valore al prodotto e il valore
commerciale non si dimentica, ma è subordinato alla qualità e alla salute e al
buon vivere del cliente: direi che siamo in un'Osteria dal bel pensiero
fiorentino dove la cultura si esprime anche a tavola secondo la migliore
tradizione.
Galeotto fu il Cesanese del Piglio per un
incontro tutto toscano che è aperto ai buoni incontri come la norcineria e i
prodotti caseari laziali arrivati col sorriso e la competenza di Daniele De
Ventura.
Galeotta fu la poesia delle Cesane di Urbino
e l'inizio di una geografia del cuore per consolidare un'amicizia divenuta
amore e che dura da anni: un anniversario di matrimonio pieno di sapori e di
lieti pensieri e progetti …
di
Lorella Rotondi