Reportage sull'alternanza
scuola-lavoro: punti di forza e criticità.
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Quest'anno
si è resa necessaria un'opportuna riflessione sull'alternanza scuola-lavoro
vista la LEGGE n° 107 del 13 luglio 2015. La scuola professionale e gli
istituti tecnici italiani hanno da sempre viste inserite nei piani dell'offerta
formativa ore di stage. La grande novità ha piuttosto investito i licei. Può
essere interessante dare direttamente la parola sull'argomento a una
studentessa al secondo anno di scuola secondaria di secondo grado, biennio
unificato dell'Istituto Alberghiero “A. Saffi” di Firenze, Chiara Bartoloni,
appena rientrata dalla sua prima esperienza di stage lavorativo.
La voce di Chiara è quella dell'intera classe e forse di
molti altri giovani desiderosi di apprendere fuori dalle aule e consapevoli che
l'aspetto operativo è in grado di motivare anche quello teorico, così presente
in molte fasi del loro lavoro di domani.
Lorella Rotondi
Lavoro: “applicazione di
un'energia - umana, animale o meccanica -, al conseguimento di un fine
determinato”.
Scuola: “luogo di
apprendimento che implica l'applicazione di un'energia mentale al conseguimento
di un diploma e soprattutto di conoscenze”.
Cosa c'entra quindi la
scuola col lavoro e viceversa?
Già nel 2005 con il Dlgs 717 l'alternanza
scuola/lavoro rappresenta “una metodologia didattica”. Nelle finalità
dell'articolo 1 delle nuove direttive ministeriali, 107/15, si rende noto che “l'alternativa scuola/lavoro è uno strumento
che offre a tutti gli studenti della scuola secondaria di II° grado
l'opportunità di apprendere mediante esperienze didattiche in ambienti lavorativi
privati, pubblici e del terziario“.
Le scuole professionali erano già avviate a
questa nuova metodologia di apprendimento, infatti, la novità si è presentata
con il coinvolgimento che licei, istituti che se non fosse per le due ore di
educazione fisica, sarebbero completamente teoriche.
Le classi seconde dell'Istituto XY di TZ,
tra cui la sottoscritta, quest'anno hanno potuto approcciare con il vasto mondo
del lavoro e rendersi conto di cosa sarebbero andati incontro negli anni
successivi, specialmente dopo il diploma. E' stata un'esperienza veramente
costruttiva, soprattutto perché i giovani lavoratori si sono potuti confrontare
con adulti già avviati in quel campo e con gli esterni. Si sono potuti
ambientare in uno spazio, che apparentemente poteva sembrare uguale ai
laboratori della propria scuola, ma che con la scuola aveva in comune solo la
convenzione lavorativa. Sono ambienti diversi, approcci diversi, perché ogni
azione effettuata, pur essendo microscopica, si ripercuote negativamente o
positivamente sull'azienda. In questa settimana nasce il senso della responsabilità
lavorativa.
Ma come si può sviluppare una capacità
fondamentale per un lavoratore in una sola settimana di stage? Trentasei ore
suddivise in un totale di sei giorni è una realtà quasi impossibile e pesante
per uno studente di 15-16 anni abituato a quelle due-quattro ore di laboratorio
a scuola, che non rispettano per nulla i veri ritmi lavorativi vissuti nella
settimana di alternanza scuola-lavoro. Il problema, non è solo la corta durata
dello stage, ma anche la poca preparazione del personale della struttura per
assistere lo stagista. Spesso si trovano in difficoltà perché non hanno la
minima idea di cosa poter far fare ai giovani studenti-lavoratori per insegnare
loro anche solo qualche piccola mansione o i comportamenti base. Secondo alcune
esperienze, è capitato che dopo la “la temporanea assunzione” dello studente, i
tutor, nonché responsabili del settore, si trovano obbligati dal
contratto che loro stessi avevano firmato, a spiegare il lavoro allo stagista,
ma tutto ciò sbuffando e spazientendo.
La
mia scuola, pur avendo poche ore di laboratorio, ha la bellissima opportunità
di gestire una cucina che prepara i piatti per il loro bar interno, un bar
appunto e una portineria. Questi tre spazi potrebbero essere “ sfruttati” dalla
classi prime come avviamento allo stage e come idea di scelta del settore
futuro, per una breve permanenza di 314 giorni. Comunque, anche non avendo
avuto questa possibilità, le seconde del XY hanno affermato che le ore di
laboratorio effettuate in questi due anni, sono abbastanza sufficienti per
trascorre il periodo di stage con le giuste basi. E' stato dimostrato dai
giovani stagisti , che hanno imparato più nella settimana lavorativa che nel
biennio comune.
L'alternanza
scuola-lavoro non aiuta a crescere solo la lista delle esperienze nel curriculum,
ma aiuta a crescere anche mentalmente e a responsabilizzarsi. E' un'esperienza
formativa in tutti i campi. Aiuta a rapportarsi con le persone straniere, aiuta
a tornare a scuola con qualcosa in più nel proprio bagaglio personale, aiuta a
comportarsi in tutte le situazioni possibili e a sviluppare l'etica personale.
Quindi possiamo
definire l'alternanza scuola-lavoro come “applicazione di un'energia, sia
umana, animale o meccanica e sia mentale, al conseguimento di un fine
determinato: conoscenze di tipo lavorativo e umano.”
Con questa legge,
quindi, possiamo affermare che ogni tanto l'Italia cerca di aiutare i giovani
nel settore del lavoro.
Chiara Bortoloni
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