martedì 3 maggio 2016

REPORTAGE SULL'ALTERNATIVA SCUOLA-LAVORO

Reportage sull'alternanza scuola-lavoro: punti di forza e criticità.
Suggerisci possibili miglioramenti
   Quest'anno si è resa necessaria un'opportuna riflessione sull'alternanza scuola-lavoro vista la LEGGE n° 107 del 13 luglio 2015. La scuola professionale e gli istituti tecnici italiani hanno da sempre viste inserite nei piani dell'offerta formativa ore di stage. La grande novità ha piuttosto investito i licei. Può essere interessante dare direttamente la parola sull'argomento a una studentessa al secondo anno di scuola secondaria di secondo grado, biennio unificato dell'Istituto Alberghiero “A. Saffi” di Firenze, Chiara Bartoloni, appena rientrata dalla sua prima esperienza di stage lavorativo.
La voce di Chiara è quella dell'intera classe e forse di molti altri giovani desiderosi di apprendere fuori dalle aule e consapevoli che l'aspetto operativo è in grado di motivare anche quello teorico, così presente in molte fasi del loro lavoro di domani.
Lorella Rotondi
Lavoro: “applicazione di un'energia - umana, animale o meccanica -, al conseguimento di un fine determinato”.
Scuola: “luogo di apprendimento che implica l'applicazione di un'energia mentale al conseguimento di un diploma e soprattutto di conoscenze”.
Cosa c'entra quindi la scuola col lavoro e viceversa?
   Già nel 2005 con il Dlgs 717 l'alternanza scuola/lavoro rappresenta “una metodologia didattica”. Nelle finalità dell'articolo 1 delle nuove direttive ministeriali, 107/15, si rende noto che “l'alternativa scuola/lavoro è uno strumento che offre a tutti gli studenti della scuola secondaria di II° grado l'opportunità di apprendere mediante esperienze didattiche in ambienti lavorativi privati, pubblici e del terziario“.
Le scuole professionali erano già avviate a questa nuova metodologia di apprendimento, infatti, la novità si è presentata con il coinvolgimento che licei, istituti che se non fosse per le due ore di educazione fisica, sarebbero completamente teoriche.
   Le classi seconde dell'Istituto XY di TZ, tra cui la sottoscritta, quest'anno hanno potuto approcciare con il vasto mondo del lavoro e rendersi conto di cosa sarebbero andati incontro negli anni successivi, specialmente dopo il diploma. E' stata un'esperienza veramente costruttiva, soprattutto perché i giovani lavoratori si sono potuti confrontare con adulti già avviati in quel campo e con gli esterni. Si sono potuti ambientare in uno spazio, che apparentemente poteva sembrare uguale ai laboratori della propria scuola, ma che con la scuola aveva in comune solo la convenzione lavorativa. Sono ambienti diversi, approcci diversi, perché ogni azione effettuata, pur essendo microscopica, si ripercuote negativamente o positivamente sull'azienda. In questa settimana nasce il senso della responsabilità lavorativa.
   Ma come si può sviluppare una capacità fondamentale per un lavoratore in una sola settimana di stage? Trentasei ore suddivise in un totale di sei giorni è una realtà quasi impossibile e pesante per uno studente di 15-16 anni abituato a quelle due-quattro ore di laboratorio a scuola, che non rispettano per nulla i veri ritmi lavorativi vissuti nella settimana di alternanza scuola-lavoro. Il problema, non è solo la corta durata dello stage, ma anche la poca preparazione del personale della struttura per assistere lo stagista. Spesso si trovano in difficoltà perché non hanno la minima idea di cosa poter far fare ai giovani studenti-lavoratori per insegnare loro anche solo qualche piccola mansione o i comportamenti base. Secondo alcune esperienze, è capitato che dopo la “la temporanea assunzione” dello studente, i tutor, nonché responsabili del settore, si trovano obbligati dal contratto che loro stessi avevano firmato, a spiegare il lavoro allo stagista, ma tutto ciò sbuffando e spazientendo.
La mia scuola, pur avendo poche ore di laboratorio, ha la bellissima opportunità di gestire una cucina che prepara i piatti per il loro bar interno, un bar appunto e una portineria. Questi tre spazi potrebbero essere “ sfruttati” dalla classi prime come avviamento allo stage e come idea di scelta del settore futuro, per una breve permanenza di 314 giorni. Comunque, anche non avendo avuto questa possibilità, le seconde del XY hanno affermato che le ore di laboratorio effettuate in questi due anni, sono abbastanza sufficienti per trascorre il periodo di stage con le giuste basi. E' stato dimostrato dai giovani stagisti , che hanno imparato più nella settimana lavorativa che nel biennio comune.
L'alternanza scuola-lavoro non aiuta a crescere solo la lista delle esperienze nel curriculum, ma aiuta a crescere anche mentalmente e a responsabilizzarsi. E' un'esperienza formativa in tutti i campi. Aiuta a rapportarsi con le persone straniere, aiuta a tornare a scuola con qualcosa in più nel proprio bagaglio personale, aiuta a comportarsi in tutte le situazioni possibili e a sviluppare l'etica personale.
Quindi possiamo definire l'alternanza scuola-lavoro come “applicazione di un'energia, sia umana, animale o meccanica e sia mentale, al conseguimento di un fine determinato: conoscenze di tipo lavorativo e umano.”
Con questa legge, quindi, possiamo affermare che ogni tanto l'Italia cerca di aiutare i giovani nel settore del lavoro.

Chiara Bortoloni

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